Prototipi

Il motore 2 tempi


Il 2T, come il 4T e il motore Diesel, ha circa un secolo. È stato sviluppato da Clark ed è sempre stato amato per la semplicità e il rendimento, odiato per i consumi e i grippaggi. Non è però semplice capirne il funzionamento: la resa è determinata da molteplici fattori, come lo scarico, la testa e la fluidodinamica. Il 2T è formato da un pistone, generamente con una o due fasce elastiche, che scorre in un cilindro (ghisa o alluminio). Il movimento lineare del pistone sarà trasformato in movimento rotatorio tramite l’albero motore (manovella): a questo punto l’energia meccanica prodotta può essere utilizzata dai vari ingranaggi e infine dalla ruota.   PMS: punto morto superiore, ovvero il punto più alto raggiungibile dal pistone. PMI: punto morto inferiore, ovvero il punto più basso raggiungibile dal pistone. Camera di combustione: volume compreso tra la testata e la parte superiore del cilindro (sopra i travasi). Materiali: Pistone: lega di alluminio e silicio. Cilindro: alluminio o ghisa. Il pistone ha due incarichi: quello di comprimere la miscela e quello di spingerla nella camera di combustione.   Vediamo il suo lavoro passo passo: quando il pistone sale (quindi va verso il PMS), scopre la luce di aspirazione sul carter, e provoca quindi il risucchio della miscela proveniente dal carburatore nel carter pompa (dove si trova l’albero motore). Nella fase successiva, quando il pistone passa dal PMS al PMI, chiude la luce sul carter, e allo stesso tempo costringe la miscela presente nel carter a salire per i condotti del cilindro. Durante questa fase, chiamata anche fase di lavaggio, viene scoperta la luce di scarico sul cilindro, e quindi i gas combusti vengono espulsi; inoltre la miscela spinta su dal pistone entra nella camera di combustione del cilindro tramite i travasi di immissione. È chiaro che in questa fase viene espulsa, insieme ai gas combusti, anche parte della miscela fresca, appena entrata dai travasi. Quindi si ha perdita di potenza e inquinamento del’ambiente. Quando il pistone sale nuovamente verso il PMS, chiudendo il ciclo, oltre a risucchiare miscela dal carburatore come già detto, comprime la miscela presente nella camera di combustione e la scintilla fatta dalla candela, provocherà lo scoppio, facendo scendere velocemente il pistone e quindi sviluppando energia meccanica. Le fasce elastiche del pistone servono proprio a comprimere la miscela: si parla di rapporto di compressione. Più è grande, più sarà la potenza sviluppata. I motori da competizione hanno un elevato rapporto di compressione e una sola fascia fine, per ridurre l’attrito con il cilindro.